L’appuntamento si colloca all’interno del calendario delle celebrazioni per gli otto secoli dalla prima raffigurazione della Natività, che Francesco di Assisi realizzò a Greccio, una cittadina a pochi chilometri da Rieti.
Nel 1223, infatti, il Santo patrono d’Italia si fermò nella valle del Reatino, probabilmente di ritorno da Roma, dove il 29 novembre aveva ricevuto da Papa Onorio III la conferma della sua Regola. Le grotte esistenti nei pressi di Greccio gli ricordavano quelle che aveva visto in Terra Santa e, in modo particolare, lo scenario di Betlemme. Due settimane prima di Natale, raccontano le fonti, Francesco chiamò un uomo di nome Giovanni e gli chiese di aiutarlo a realizzare il suo Presepe per il 25 dicembre, alla presenza di molti frati e la popolazione di Greccio. Da quella esperienza, grazie alla predicazione dei francescani, il Presepio si è diffuso capillarmente tra le case e le piazze di tutto il mondo, giungendo fino ai giorni nostri.
La terracotta invetriata esposta per l’occasione a Palazzo Medici Riccardi e riferita al primo Cinquecento, testimonia l’attenzione artistica e devozionale che la bottega Della Robbia riservò al tema della Natività e manifesta, nella struttura narrativa asciutta e nella gamma di colori contenuta, un’essenzialità speciale rispetto alla ricchezza decorativa, cromatica e compositiva propria di altre opere dello stesso artista. La sala in cui è esposta custodisce pregevoli sculture e dipinti quattro-cinquecenteschi di soggetto mariano. In dialogo ideale con l’opera robbiana si pone poi la cappella dei Magi, che nella nascita di Gesù trova il fulcro dell’intera raffigurazione, presentando ancor oggi sull’altare il dipinto della bottega di Filippo Lippi con Maria adorante, meta del suggestivo viaggio dei Magi affrescato sulle pareti dell’ambiente.